L’altra sera, dopo un po’ di anni, sono tornato al Porretta Soul Festivaled ho riscoperto una grande manifestazione che – non a caso – dura da 31 anni (il 22 luglio era proprio il 31esimo anniversario).
I miei complimenti a Graziano Uliani perché ha invitato ancora una volta musicisti di un certo calibro, che naturalmente qui in Italia non godono di chissà quale popolarità o per assurdo non sono proprio conosciuti o lo sono soltanto per gli addetti ai lavori e gli amanti del soul. E mi dispiace quando vedo certi risultati, perché mi accorgo dell’ineducazione musicale che ha il pubblico italiano. Non discuto che a San Siro possa andarci chiunque, però non c’è giustizia per quanto riguarda la qualità: l’altra sera ho visto degli artisti, anche ultra 80enni, cantare Soul, rhythm and blues in maniera egregia… fantastici! E non è facile, ci vuole natura, ci vuole anima, bisogna essere portati… non può farlo chiunque come spesso accade nella musica leggera.
Accetto che il pubblico italiano possa andare a certi concerti (addirittura il giorno prima con i sacchi a pelo e con scomodità varie) ma non capisco invece la frequenza limitata a manifestazioni di questo tipo con immense qualità.
Il #PorrettaSoulFestival per quest’anno è ormai terminato, ma vi invito anche per le prossime manifestazioni ad allargare i vostri orizzonti e a cercare di riconoscere la qualità.
Ce ne sono già tanti simili per fortuna: Umbria Jazz ® Festival, Lucca Summer Festival, Pistoia Blues e altri… vi assicuro che non ne rimarrete delusi!
Alla prossima
#MicheleTorpedine