Esperienza al TMF

Esperienza al TMF - Michele Torpedine

Esperienza al TMF

Esperienza al TMF 900 483 Michele Torpedine

Il mio nome è Claudio Greco, ho 38 anni e sono un pianista-cantautore.

Non ho mai partecipato a concorsi musicali, mi sono sempre concentrato sul mio percorso cercando di far diventare la mia passione una professione. Sono passati un po’ di anni, ormai, ed ho vissuto diverse esperienze e collaborazioni con professionisti del settore, ho fatto molta gavetta anzi credo di farla continuamente.

Con l’avanzamento della tecnologia e il fenomeno dei Social Network le cose sono cambiate: bisogna stare al passo con i tempi ed avere una pagina personale, un canale dedicato ecc.

Un giorno, mentre curavo la mia pagina personale, mi è apparsa una sponsorizzazione su un concorso musicale chiamato Tour Music Fest (Festival internazionale della musica emergente), ho cliccato sul banner che mi ha portato sul sito corrispondente: si trattava della nona edizione ed il presidente della giuria era il paroliere Mogol! Dunque mi è sembrato abbastanza interessante e quindi forse un’opportunità per far ascoltare le mia musica, che in fin dei conti è la cosa che più m’interessa e che per me va oltre le possibili vincite. Ora vi racconto la mia esperienza!

Mi sono iscritto alla sezione cantautori versando una quota di € 25,00 tramite bonifico bancario e fornendo i miei dati tramite e-mail. Dopo tre giorni ho ricevuto una chiamata da una gentile signorina che mi ha spiegato alcuni dettagli, fra i quali che sarei stato contattato 18 giorni prima della selezione per sapere il luogo e l’orario a cui presentarmi, mi ha fatto delle raccomandazioni riguardo il look e mi ha detto che dopo l’esibizione avrei avuto subito una risposta positiva o negativa sul proseguimento o meno alla seconda selezione; nel caso in cui fossi stato idoneo avrei dovuto versare un’ulteriore quota in contanti di € 90,00 in quanto la prima era solamente una caparra. A quel punto ho chiesto che tipo di strumentazione ci fosse per l’esibizione, visto che suono il pianoforte, e mi ha risposto che erano assolutamente forniti di tutto e che nel mio caso avrei dovuto portare una base su chiavetta usb ma che comunque mi avrebbero confermato il tutto tramite e-mail . La selezione è stata a Verona il 23 Maggio alle ore 15:00, sono stato accolto dallo staff con tanto di divise e comunicazione radio, mi hanno chiesto poi di compilare una scheda dove dovevo dare alcune mie informazioni e le varie disponibilità tipo se ero disposto anche a spostarmi in tutta Italia ecc ecc.. Successivamente sono stato chiamato per l’esibizione, in una stanza, con tre persone di cui due pressappoco ventenni e un altro che ha asserito di essere un produttore discografico. La strumentazione presente era quella che mi avevano comunicato (un impianto voci e varie strumentazioni), sono rimasto colpito da un fatto: la tastiera appoggiata al muro in verticale… Ho espresso la mia perplessità in quanto avrei dovuto accompagnarmi suonando sulla base che avevo portato e ho aiutato lo staff a collegare il tutto. Finalmente ho potuto esibirmi. Dopo mi hanno fatto accomodare in un’altra stanza in attesa dell’esito, è arrivato il produttore e mi ha detto di essere idoneo chiedendomi se ne fossi contento. Gli ho risposto che non lo ero, poiché non c’era stata nessuna valutazione riguardo alla composizione, alla melodia, all’arrangiamento e al testo, se non il fatto che fosse un brano pop. La cosa che mi ha sorpreso di più, tuttavia, è stata l’attenzione che hanno riservato al mio look, abbastanza serio e sobrio (troppo poco stravagante?). Finito il colloquio col produttore, mi hanno accompagnato dal tour manager in un’altra stanza, il quale mi aspettava con penna e blocchetto per ricevute fiscali, e per iniziare mi ha dato una brochure dove avrei potuto dare un’occhiata a  tutti i corsi elencati che si tenevano nella struttura che da 20 anni ospita il CET del maestro Mogol, il più grande e rinomato campus musicale d’Italia con vari alloggi e con possibilità di far soggiornare insieme a te anche una persona cara che mentre tu partecipi ai corsi può usufruire di sauna, maneggio, piscine con tutti i comfort possibili (ma pagando ogni cosa!). Ma arriviamo al dunque, la domanda che mi ha posto il tour manager è stata: “Sei idoneo, vuoi continuare per la prossima selezione?”

Ho risposto: “Devo decidere io?”

“Sì, perché se vuoi andare alla prossima fase devi saldare 90 euro!”

A quel punto ho temporeggiato facendo delle domande, per vedere dove si sarebbe andati a parare. La Tour Manager ha incominciato a dire che non promettevano niente, naturalmente, ma non avevo chiesto proprio niente io…ad un certo punto ormai stizzita dal fatto che continuassi a ripeterle che tutto quello che diceva non aveva nulla a che fare con la musica ma con business e marketing, mi ha aggiunto che alla prossima fase al 90% non sarei passato!! E lì la domanda mi è sorta spontanea: come fa una persona che non ti ha neanche sentito ad esprimere questa probabilità? Mi è venuto quasi da ridere, ma per non deludere chi voleva che io facessi questa sorta di esperienza ho deciso nonostante tutto di saldare il conto e procedere pur sapendo che mai mi avrebbero preso…figuriamoci ascoltato. Questa giornata si è conclusa con una bella foto da fare che poi sarebbe stata postata sui social, io mi sono rifiutato perché secondo il mio modo di essere e fare musica tutto quel contesto di look e apparenza non c’entrava nulla. Nelle email che inviavano ci tenevano anche a precisare una cosa: che in nessun festival si ha il contatto diretto con i giudici sapendo l’esito immediatamente. Sì… peccato che dalla seconda fase vai a casa e ti comunicano l’esito tramite email!

Aspettando la loro seconda convocazione, nel frattempo, sono andato alla ricerca tramite il web di più informazioni possibili su questa manifestazione. Non ho trovato molto, a parte qualcuno che si lamentava di favoritismi o appunto giustamente della quota d’iscrizione alta. Ho perseverato nella ricerca ed ho trovato un video su YouTube di una persona che spiegava le motivazioni per cui partecipare al Tour Music Fest e la sua esperienza (guarda caso positiva); finito di vedere il video, che si capiva che non era un video proprio amatoriale, ho sentito urgentemente il bisogno di fare un commento e di dire che alcune cose sostenute nel filmato non combaciavano con la mia esperienza personale. Mi aspettavo una sua risposta, ma dopo un giorno mi è arrivato un messaggio privato sul mio profilo Facebook indovinate da chi? Dall’organizzazione del Tour Music Fest che scrive, testuali parole, che avevano ricevuto segnalazioni riguardo un mio commento su YouTube mentre il loro intento è “migliorare il più possibile per offrire un’esperienza migliore agli artisti che partecipano, costruttiva e utile alla crescita artistica”. Che il video allora fosse stato creato a scopo puramente pubblicitario? Ad ognuno le proprie riflessioni. Si sono firmati come “Staff”, quindi non so neanche chi mi abbia scritto mentre io ci metto la faccia, il nome e il cognome . A quel punto ho capito che in qualche modo forse stavo dando fastidio ed ho risposto in maniera decisa e coerente che per me fare musica è un concetto diverso, non c’è un look predefinito, non c’è finzione ma la voglia di portare la mia musica ed il mio modo di essere ad un pubblico anche piccolo ma che percepisce i miei sentimenti e le mie emozioni. Alla fine è arrivata la seconda convocazione e ho risposto in questa maniera:”Facendo alcune valutazioni ritengo che non sia il caso di partecipare alle prossime selezioni anche se ho già pagato!” La risposta: “Grazie, in bocca al lupo per la carriera artistica” bla bla bla.. “arrivederci e buona musica”.

Dopo qualche mese comunque mi ha risposto al commento colui che aveva fatto il video… con un “Sono d’accordo”!

Detto tutto questo, voglio dire a tutti coloro che intendono fare della loro passione una professione, che è sicuramente un settore molto difficile, ancor di più in Italia, perché magari devi accettare alcuni compromessi (non fatelo), contratti dove magari dai i diritti anche della tua immagine (folle), dai i diritti di una tua creazione (umiliante). Bisogna ricordarsi e tenere a mente che chi crede in voi e in quello che fate e che siete non vi chiede nulla se non di essere voi stessi, perché è cosi che si arriva al cuore delle persone. Non fatevi buttare giù da qualcuno che vi scredita per aumentare la propria autostima, andate avanti e continuate per la vostra strada. C’è purtroppo poco coraggio, molta apparenza e tanto tantissimo fumo. Bisogna essere sempre umili – perché c’è sempre da imparare e cercare di migliorarsi ogni giorno – e portare avanti la propria musica, che è l’unica strada giusta. Il rischio? Quello di non esser capiti abbastanza.

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