La musica “spazzatura” che conquista i giovani

La musica "spazzatura" che conquista i giovani - Michele Torpedine

La musica “spazzatura” che conquista i giovani

La musica “spazzatura” che conquista i giovani 900 471 Michele Torpedine
Mi piace così tanto la musica che poi faccio fatica a farmi piacere il resto…

Perché la musica per me è una cosa seria: è Puccini, Donizetti, Verdi. Oppure la musica leggera, ma quella vera! Da ragazzo ero uno che amava jazz e blues e che suonava da mattina a sera…
Ora chi ha sfondato con la trap non sarà un genio della musica, ma certamente lo è del marketing. È un piano riuscito perfettamente tanto che, alla fine, quasi tutti si sono convinti che ciò che stanno facendo sia davvero rilevante per la musica o, in qualche modo, rivoluzionario. È il 2018 e davvero consideriamo trasgressivo, ribelle, ragazzotti coi denti d’oro, i capelli colorati e i tatuaggi in faccia?
Questi look oggi, oltre ad essere pienamente accettati da circa un paio di generazioni, non sono più iconici come un tempo né manifesto di un qualche tipo di espressione artistica ma l’emblema del conformismo, così innocui che hanno bisogno di elementi di contrasto per dare nell’occhio, come nel caso della Flying V messa lì nella foto di Sfera Ebbasta dove spunta una chitarra elettrica. Quasi viene da pensare che, ancora una volta, i cattivi ragazzi siano quelli coi capelli lunghi e un amplificatore.
Aspettiamoci, quindi, una ritirata e un cambio di rotta per la prossima tendenza del momento.
Ma la musica vera fa bene e trasporta le persone verso qualcosa che con altre discipline e culture non è possibile fare.
Il Trap e i suoi testi scontati (cosa c’è di più scontato di un ragazzo che canta di quanto gli piace avere soldi e connessione?), con l’uso di parole apparentemente senza senso, che solo dopo numerosi ascolti possono essere comprese, sono senza dubbio diseducativi ed è evidente come lancino un messaggio negativo per i giovani che li ascoltano senza curarsi del danno psicologico che nel frattempo i ragazzi possono subire.
Questo dovrebbe bastare a far pensare in che stato si ritrova la musica e il “cantautorato” italiano di oggi…

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