Ho visto su Internet la lunga intervista video di Red Ronnie dove si parla di talent televisivi. Condivido con lui alcuni concetti, ma non sono d’accordo sul tema di base dove li considera un male per la musica o addirittura ‘il male’ della musica.
In questo deserto di idee, di talenti, di professionisti, di veri d.j. radiofonici, (la radio la fanno i programmi dei computer e i proprietari dell’emittente), almeno i vari talent nel mondo cercano personaggi, orizzonti, nuove strade.
E’ pur vero che ogni talent viene fatto ai soli fini televisivi, quindi sotto la mannaia dell’audience e già questo limita ogni campo d’azione, come spesso lo stesso Festival di Sanremo dimostra.
A proposito dello scorso festival, mi ha sorpreso la dichiarazione di Red Ronnie di una vittoria immeritata de Il Volo ingiustamente tolta a Nek. Rispetto la sua opinione personale, anche se il risultato della giuria popolare e la successiva supremazia nelle votazioni dell’Eurofestival ha rispecchiato in pieno la realtà del successo mondiale che il pubblico sta decretando in questo momento a Il Volo.
Quante volte ci sentiamo dire che la TV ha bisogno di “facce”, di famosi, di già visti. La musica e chi la interpreta però viene scovata da chi ha “orecchie” collegate con il cuore e molto spesso con investimenti personali.
Un lavoro di esperti, talent scout e produttori a monte potrebbe veramente garantire la sopravvivenza di un artista dopo l’ultima puntata dei vari talent show. Mettiamo la musica nelle mani di chi la musica sa dove trovarla e dove venderla nel mondo e non solo in Italia.
Per concludere, invito anche Red, quale esperto professionista sia di TV che di musica e spettacolo, a battersi per questa soluzione.
Non abbiamo molto altro. Usiamolo bene.
Credo che questo potrebbe veramente dare un nuovo impulso alla musica italiana.